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Il muraglione del Vigevano ferma il Legnano delle stelle

LEGNANO-VIGEVANO 0-0

LEGNANO: Anedda, Ortolani, De Angelis, Mavilla (17′ st Grasso), Scarcella (30′ st Bianchi), Mele, Bottone (30′ st Azzolin), Provasio, Panigada, Myrteza (18ì6′ st Bonomi), Romano. All. Rovellini.

VIGEVANO: Campironi, Bonvini, Binda, Dalia, Lagonigro, Disarò, Cicala, Targa (44′ st Colombo), Martella (24′ st Cudicini), Sidonio, Ragusa. All. Ardito.

“Siamo tremendamente delusi. La società ha fatto sforzi enormi per allestire una squadra da primato e salire di categoria. i giocatori devono dimostrare la stessa brama di promozione. Con i pareggi, specie come questo, non si va da nessuna parte”. Sono dure le parole del vicepresidente Alberto Tomasich, e non potrebbe essere altrimenti. La sua delusione è quella di tutto lo staff dirigenziale e della tifoseria lilla.
Il Legnano è chiamato a un girone di ritorno da rullo compressore per recuperare i punti di svantaggio dalle squadre che lo precedono. E in una giornata sulla carta favorevolissima ne ha invece persi altri due sulla capolista Verbano. Non c’è niente da recriminare: il risultato è più che giusto. Del Vigevano, formazione di ambizioni e prospettive lontanissime da quelle lilla, infarcita di giovani e con la panchina corta, con tutto il rispetto bisognava fare un sol boccone. Invece la squadra ha buttato via 70 minuti giocando ad andamento lento, e svegliandosi solo nel finale, complici i positivi ingressi di Azzolin e Bonomi. Sarebbero pure bastati, con un minimo di precisione e fortuna in più nelle conclusioni, ma appellarsi alla malasorte o ad altre scuse non ha alcun senso.
Mister Rovellini ha provato una mossa a sorpresa nella formazione iniziale: l’ingresso di Myrteza al posto dell’atteso Bonomi, per dare alla giovane punta albanese la possibilità di mettersi in mostra giocando tra le linee a ridosso delle due punte Panigada e Romano. Sono stati proprio gli attaccanti a deludere maggiormente. Nei primi 70 minuti anche per colpa del resto della squadra, del gioco poco fluido e dei continui lanci lunghi. Nel finale, con l’obiettiva scusante di un po’ di sfortuna, soprattutto per imprecisione e foga propria.
Il primo tempo si è aperto con un brivido, l’unico creato dal Vigevano: Cicala ha sparato dal limite un fendente che ha sfiorato il sette. Anedda non avrebbe potuto nulla. L’avvertimento, purtroppo, non ha scosso a dovere i lilla. Al 10′ Panigada ha chiamato alla difficile parata Campironi; sulla ribattuta, cross di Provasio e incornata di poco alta di Bottone. Troppo morbide le due conclusioni dello stesso Panigada al 37′ e al 43′ di testa. Spettacolare invece la sua conclusione alta al volo al 45′, che ha strappato applausi.
Nella ripresa, iniziata sulla falsariga della prima frazione, si è dovuto attendere il 21′ per un’emozione: la rovesciata di Panigada ha fatto gridare al gol, sfiorando il sette. Rovellini ha cambiato le carte inserendo Bonomi a centrocampo e arretrando Provasio nella posizione di Mavilla. E Grasso per fare lo stesso lavoro di Myrteza. Il cambio più efficace è stato l’ingresso di Azzolin (nella foto). Sono arrivati i migliori venti minuti del Legnano, ma non sono bastati: al 24′ Ortolani ha sfiorato il gol con un bellissimo tiro di prima dal limite, deviato in angolo da Campironi. Ghiottissime le occasioni per Provasio al 37′ e per Romano e Panigada al 43′, due opportunità nella stessa azione. Poi ci si sono messe pure le streghe al 45′, quando Romano di testa ha colpito il palo e sugli sviluppi dell’azione Grasso ha concluso a rete trovando Sidonio a salvare sulla linea. Per Panigada l’ultima opportunità con un tiro al volo non facile, sparato alto.
Imperdonabilmente tardivo il risveglio del Legnano. Fosse stato uno scontro al vertice tra due squadre di pari livello, recrimineremmo per una meritata vittoria sfumata ingiustamente. Ma i giovani del Vigevano, in particolare la coppia dei centrali difensivi, meritano un plauso enorme per aver eretto un muraglione impenetrabile, il tutto giocando con totale correttezza contro giocatori di caratura elevatissima per la categoria. Al Legnano serve proprio la loro fame per risalire la china.