Dalla Champions League alla maglia lilla!
Il supercolpo del ds Vito Cera e del presidente Giovanni Munafò è uno straordinario dono ai tifosi e a mister Brando, che ora ha un centrocampo completo e di livello top: ha firmato infatti Stefano Pellini, classe 97, legnanese doc. Un figliol prodigo dei colori lilla, dove tirò i primi calci. Poi Varese e quindi il grandissimo salto: la Juventus. Cinque anni nelle giovanili bianconere, fino alla Primavera, culminate con una serata indimenticabile: la panchina in Champions League con mister Allegri, nel dicembre 2015, nella sfortunata trasferta di Siviglia, dove la Juve perse 1-0 con il gol dell’ex Llorente. Stefano ebbe l’occasione di vivere da vicino una partita della massima competizione europea in una formazione che contava campioni come Pogba e Marchisio a centrocampo.
Che cosa ti resta di quella straordinaria serata?
“Tanto – racconta Stefano – Ricordi preziosi, fu l’apice del mio percorso giovanile, e non solo. Mai avrei sognato di poter vivere un giorno un momento così magico. Fu un’emozione unica dalla partenza da Vinovo fino al ritorno a Torino. Devo ringraziare mister Allegri per tutto questo. Allenarsi con la prima squadra comportava sempre pressione, perché sei in un altro mondo con campioni stellari. Le prime volte mi allenai con Conte. Di quel gruppo ricordo con grande affetto Chiellini, con cui mi sento ancora, e Morata, un ragazzo fantastico, d’oro. Con loro due non c’erano problemi a chiedere consigli, mi aiutavano sempre. E sempre mi hanno fatto sentire a mio agio”.
Il ritorno a Legnano ha avuto un richiamo irresistibile? “Assolutamente sì. Avevo altre richieste ma ho aspettato per vedere se potevo tornare qui, perché indipendentemente dalla categoria l’ho sempre desiderato. Qui ho mosso i primi passi, qui facevo il raccattapalle tutte le domeniche quando la squadra era in serie C. E spesso andavo in trasferta con mio padre. Poi venne il maledetto fallimento. Ci rimasi malissimo e fui costretto ad andare a Varese. A casa ho gadget lilla in quantità, è sempre stata la squadra del mio cuore. Questa è la mia città”.
Il ruolo che preferisci? “Sono un mediano puro. Raramente mi è capitato dio giocare mezzala o trequartista, posso farlo all’occorrenza ma non ho il passo di chi si butta dentro, sono un regista davanti alla difesa. Mi piace il gioco propositivo e mister Brando per me è l’ideale per poter proporre il mio calcio. Ho molti colleghi che lo conoscono che mi hanno detto che è un grande allenatore: il massimo per esaltare le mie caratteristiche”.