I cento anni dello stadio Mari: auguri tempio lilla!

Cento anni di epopea lilla, un secolo di storia della città. Oggi, 2 ottobre 2021, è un giorno glorioso per il calcio legnanese: il compleanno dello stadio Giovanni Mari. Per 76 anni è stato “il Pisacane”, fino al 1987 quando, a pochissima distanza dalla scomparsa del presidentissimo Giovanni Mari, l’impianto fu ribattezzato per onorare la più grande figura dirigenziale della storia lilla.

Il Legnano era reduce dalla stagione forse più straordinaria della sua storia: nel campionato 1920-21 la squadra guidata da Primo Colombo e Adamo Bonacina, sotto la presidenza di Antonio Bernocchi, raggiunse la semifinale del campionato settentrionale contro il Torino. La finalissima con la Pro Vercelli avrebbe portato la vincente a giocarsi lo scudetto con la vincente del girone centrosud. Il 26 giugno 1921 l’entusiasmo dei tifosi lilla era alle stelle, quando si giocò la partita probabilmente più epica e assurda del calcio italiano. Dopo i tempi regolamentari finiti 1-1, i supplementari prevedevano il golden gol. Non esistevano i rigori di spareggio. La partita fu sospesa al 158’ per spossatezza delle squadre e per la sopraggiunta oscurità. Le due società si rifiutarono di rigiocare il 3 luglio, data giudicata troppo vicina per recuperare le forze, lasciando via libera alla Pro Vercelli che si aggiudicò il titolo contro il Pisa. Con una squadra giunta a tre partite dallo scudetto e uno sport diventato ormai la grande passione collettiva dei legnanesi (c’erano addirittura due squadre di Legnano in serie A!) il vecchio impianto di via Lodi ormai non bastava più.

Venne così costruito uno stadio per l’epoca avveniristico, a ridosso della Franco Tosi e di struttura tipicamente inglese. La giornata inaugurale fu interminabile. Una lunga riunione di ginnastica accompagnò i tifosi fino al debutto in campionato contro una squadra di alto blasone: l’Inter laureatasi campione d’Italia solo un anno e mezzo prima.

Il risultato fu stratosferico. 6-0 per il Legnano. Tripletta di Rosa, doppietta del grande Allemandi e gol di Sodano. Celeberrima l’immagine del battesimo che qui riportiamo, con varo in stile navale e bottiglia di champagne rotta sul palo di una delle porte.

Da allora la storia che tutti conosciamo e che ha visto calcare l’erba del nostro stadio a campioni che hanno fatto la storia del calcio. Dopo Allemandi il primo campionissimo fu l’ungherese Imre Rokken, ucciso da una setticemia nel fiore degli anni nel 1925. Al suo funerale partecipò l’intera città.

Gli anni Venti furono di alto livello e culminarono nella partecipazione del Legnano al primo campionato di serie A a girone unico, nel 1930. Dopo Antonio Bernocchi toccò a Pino Mocchetti riportare i lilla nella massima serie nel 1951, con i gol a raffica di Bruno Mozzambani e con l’acquisto degli svedesi Calle Palmer e Ivar Eidefjäll. Il Pisacane vanta un primato che ci riporta a un’altra partita storica, anche se forse poco edificante: le dieci giornate di squalifica, la più lunga nella storia della serie A, per l’aggressione all’arbitro Bruno Tassini, bombardato di palle di neve prima dagli spettatori e poi, negli spogliatoi, dal venditore di bibite (fu poi l’agguato dei tifosi in stazione centrale a portare alla lunghissima squalifica).

Toccò al giovane presidente Giovanni Mari riportare subito il Legnano in serie A facendo dello stadio un tempio inviolabile. Nella stagione di serie B 1952-53 il Legnano conquistò 18 vittorie e un pareggio tra le mura casalinghe.

Poi la discesa fino alla C, il passaggio a Legnano di Gigi Riva e di altri campioni che sarebbe lungo ricordare, e il ritorno di Giovanni Mari fino alla sua scomparsa e alla sacrosanta dedica dello stadio cittadino. Buon compleanno carissimo Mari, sperando di rivederti presto protagonista nelle categorie che il Legnano merita!