LEGNANO-VARESE 0-1 (0-0)
LEGNANO: Cotardo, Curci, Foglio, Fautario (1′ st giglio), Bianchi, Nasali, Ortolani (3′ st Giardino), Calviello, Berberi, Grasso, D’Onofrio (3′ st Crea). All. Erbetta.
VARESE: Scapolo, Lonardi, Bianchi, Etchegoyen (37′ st Conti), Travaglini, M’Zoughi, Camarà, Gestra, Vegnaduzzo (44′ st Silla), Lercara (22′ st Marinali), Scaramuzza (30′ st Diassi). All. Domenicali.
RETE: 2′ st Camarà.
“48 ore per riflettere”. L’annuncio della società è venuto per bocca del vicepresidente Alberto Tomasich in sala stampa, subito dopo la brutta sconfitta contro il Varese. E dà un’idea chiara della delusione che attanaglia tanto i vertici del Legnano quanto i tifosi. Al Mari il Varese ha dominato e controllato la partita in lungo e in largo. Solo le scintillanti prestazioni di Cotardo (nella foto dei Fedelissimi Lilla), autore di almeno quattro interventi decisivi, e di Bianchi, protagonista di un duello medievale tra cavalieri con Vegnaduzzo, hanno impedito cheb il risultato fosse più largo, come sarebbe stato giusto. Due punti in 4 partite, Castellanzese a +10, Varese a +4. Questo cataclisma è avvenuto in sole tre settimane, ma mette il Legnano in una situazione molto difficile. E’ vero, ora il calendario è più morbido, ma non per questo privo di insidie. E una squadra costruita per il primato deve avere la ferrea volontà di vincerle tutte, scontri diretti compresi. E questo oggi non si è visto, molto anche per merito del Varese. Erbetta ha riproposto la formazione che aveva ben figurato a Solbiate, ma la continuità non fa ancora parte del bagaglio di solide virtù che la squadra dovrebbe avere.
Il centrocampo è stato troppo spesso in affanno e in inferiorità numerica. Il Varese invece l’esatto opposto: fraseggi di prima, posizioni corrette, lanci lunghi precisi, movimento senza palla ottimo, anche se il ritmo non è stato alto e costante per tutti i 90 minuti.
La prima occasione gol è stata del Legnano con un flash di Grasso, che su cross di Foglio ha chiamato Scapolo a un colpo di reni spettacolare. Poi è stato Varese ed è stato Cotardo. Prima ha respinto un cross pericoloso (11′) su cui Etchegoyen ha poi sparato alto. Poi ha compiuto un volo d’angelo per deviare una fucilata sempre di Ethcegoyen. Identica prodezza, ancora su Ethcegoyen, al 29′. Il portiere lilla ha poi compiuto il vero miracolo sventando una conclusione da zero metri al 34′: pareva un gol fatto. L’ultima parata al 45′ su tiro di Camarà. Il Legnano ha risposto coin qualche ripartenza sfruttata male, come quella al 26′ su cui Berberi ha sbagliato l’ultimo passaggio in posizione molto favorevole.
La ripresa si è aperta col vantaggio biancorosso: Scaramuzza, tra i migliori in campo, si è proiettato sulla sinistra crossando basso al centro. La palla ha attraversato tutta l’area piccola arrivando a Camarà che ha dovuto solo appoggiare in rete. Forse su questo traversone Cotardo avrebbe potuto tentare l’intervento, ma criticarlo per questo sarebbe davvero di dubbio gusto, visto che il ragazzo ha evitato al Legnano un’imbarcata. E tre minuti dopo ha nuovamente neutralizzato, anche se in due tempi e con stile da rivedere, un’altra conclusione di Scaramuzza. Al 10′ il Legnano ha avuto l’unica occasione d’oro per pareggiare: il nuovo entrato Giardino ha dato un pallone succulento a centro area a Grasso, bravo a girarsi ma meno a concludere. Troppo debole il suo tiro per impensierire Scapolo. I ragazzi ci hanno messo la volontà cercando il forcing, ma aprendosi anche ai contropiedi ospiti. Scaramuzza al 28′, Diassi al 47′ e al 48′, hanno sprecato tre ripartenze velenose. Il Legnano, a parte qualche tiro velleitario da fuori, non ha prodotto occasioni vere.
Tra le zone di maggior sofferenza nello schieramento lilla la fascia destra, dove il Varese ha affondato ripetutamente i colpi con Scaramuzza. A livello tattico evidentemente ci sono cose da rivedere e correggere, ma è chiaro che il vero problema è soprattutto psicologico. Oltjan Berberi ci ha messo la faccia parlando a nome della squadra: “Se abbiamo 10 punti di ritardo è ovvio che abbiamo colpe. Continuiamo a giocare con questo maledetto freno a mano tirato. Ora le parole stanno a zero, servono i fatti, perché sono tutti capaci di gioire coi tifosi quando le cose vanno bene. Ora i tifosi dobbiamo riconquistarli, quindi testa bassa, lavorare e reagire”.