Un consiglio direttivo con 17 componenti, tutti imprenditori e attivi promotori della causa Legnano. Basterebbe questo dato a far capire il salto di qualità portato dalla presidenza Munafò. Una società seria, articolata e compatta.
Il presidente lilla traccia una netta linea di demarcazione col passato recente: “La squadra si costruisce prima fuori dal campo, nei vertici manageriali. Il Legnano è reduce da gestioni problematiche, che pensavano solo al risultato sportivo senza badare all’aspetto aziendale ed economico. E sia ben chiaro: per buchi non imputabili alla nostra gestione, soprattutto dopo aver cambiato la denominazione della società, chiederemo di pagare i debiti a chi li ha creati. Dopo il primo consiglio, fissato per il 12 luglio, valuteremo se rendere pubblici i conti economici e i debiti ereditati e pagati dall’attuale gestione. Intendo dimostrare ai tifosi la chiarezza che ci contraddistinguerà sempre”.
Anche in questioni più serene e visibili a tutti, come gli impianti del Mari, la campagna abbonamenti e l’immagine della società, il cambiamento è radicale: “Stiamo migliorando l’impianto audio grazie a un contratto di noleggio con un fornitore. Questo perché ignoti si sono portati via il bellissimo impianto precedente, e quello che è stato utilizzato quest’anno si sentiva a malapena in tribuna. Abbiamo anche ripreso in mano e portato a conclusione un concorso tra le contrade per la realizzazione della mascotte. Siamo andati a ripescarlo selezionando la contrada vincitrice: è Legnarello, col suo Alberto da Giussano in maglia lilla e scarpe da calcio. La vedrete in tutte le partite interne al Mari. E abbiamo ideato una nuova linea di merchandising che verrà lanciata nella serata di presentazione della squadra, il 22 luglio”.
Qualche rammarico, oltre a quelli legati ai debiti pregressi? “La retrocessione in Eccellenza: poteva essere evitata con un passaggio di consegne più tempestivo”.