Sette minuti da incubo, il big match alla Pro Sesto

PRO SESTO-LEGNANO 3-2 (3-1)

 

PRO SESTO: Pisoni, Giubilato, Carullo (42’ st Bulgarella), Gattoni, Bosco, Bettoni, Capelli (32’ st Monni), Gualdi, Tascini (23’ st Cominetti), Scapuzzi (42’ st Romeo), Carnevale. All. Vergaro.

 

LEGNANBO: Ragone, Ortolani, Foglio (18’ st Pavesi), Ricozzi (27’ st Alvitrez), Miculi, Ciappellano, Borghi (23’ st Pennati), Rinaldi, Cocuzza, Pèrez (33’ st Plumbaj), Gasparri. All. Cusatis.

 

RETI: 9’ pt Ricozzi, 34’ pt Gualdi, 38’ pt Scapuzzi su rigore, 41’ pt Gualdi, 45’ st Gasparri.

 

Peccato. Sette minuti irrazionali, in cui tutta l’imprevedibilità del calcio è calata all’improvviso sullo stadio Breda, hanno ribaltato il risultato e tramortito un Legnano che fino a quel punto era meritatamente e tranquillamente in vantaggio nel big match con la Pro Sesto.

Vanno prima di tutto sottolineate l’atmosfera, la cornice, il pubblico e la qualità dell’impianto sestese: tutte cose che, assieme alla statura delle squadre e alla posta in gioco, ha fatto davvero respirare l’aria di un match di categoria superiore.

Il Legnano, schierato da Cusatis con Ricozzi in regia e Pèrez e Rinaldi mezzali, ha rinunciato ad Alvitrez in mezzo al campo. Il vantaggio è arrivato subito con una punizione dalla distanza di Ricozzi, su cui Pisoni non è parso impeccabile. E’ esplosa la gioia dei tifosi lilla, assiepati sulla grande e rinnovata tribuna opposta a quella centrale.

Il Legnano ha amministrato in scioltezza davanti a una Pro Sesto colpita a freddo e apparsa per mezz’ora incapace di una qualsiasi reazione. Fino al 34’ nessun altro tiro, di nessuna delle due squadre, ma con il Legnano che ha dato l’impressione di tenere molto bene il campo.

Solo l’imprevedibile poteva risvegliare la Pro Sesto, e l’imprevedibile si è materializzato con l’errore di Miculi, che ha appoggiato di testa a Ragone un cross innocuo senza avvedersi dell’arrivo di Gualdi, che ha insaccato.

Tanto è bastato a cambiare l’inerzia della partita. Anche perché la doccia fredda è diventata una cascata: al 38’ Ortolani ha toccato con la mano un cross di Scapuzzi dalla sinistra. Secondo le (folli) regole attuali è rigore. L’arbitro lo ha concesso e lo stesso Scapuzzi lo ha realizzato, nonostante Ragone abbia intuito l’angolo. Altri tre minuti e la Pro Sesto ha realizzato il tris con uno stacco di testa ancora di Gualdi su cross dalla sinistra, imparabile per Ragone. Tre a uno in un nonnulla quando niente lasciava presagire pericoli.

Da lì in poi i padroni di casa hanno giocato ovviamente in piena fiducia, mettendo in luce, oltre a un Gualdi in gran spolvero coi suoi inserimenti, anche la classe e l’astuzia di Scapuzzi (basti guardare l’episodio del rigore, non casuale ma cercato con diabolica furbizia).

Nella ripresa il Legnano ha provato a rientrare in campo per provare la rimonta: al 5’ un servizio di Ricozzi ha trovato libero Gasparri, che ha calciato alto. Al 10’ Foglio non ha chiuso in rete per un soffio un traversone dalla destra. Lo slancio si è presto attenuato e la Pro Sesto ha controllato benissimo spazi e palla, sfiorando la quaterna con Tascini, che da posizione ghiottissima ha sparato alto.

La reazione vera del Legnano è venuta dopo i cambi (dentro Pavesi, costretto però ad agire quasi da terzino, Plumbaj, Pennati e Alvitrez), ma è stata tardiva. Al 35’ Miculi ha provato a rimediare all’errore fatale del primo tempo concludendo di testa: parata facile di Pisoni. Al 43’ Alvitrez ha tentato dalla distanza, concludendo alto, mentre su corner, al 45’, è arrivato il 2-3 su un batti e ribatti di testa. Plumbaj ha concluso nell’angolino, Gasparri ha dato il tocco finale per non rischiare e la rete è stata attribuita a lui.

Un’ultima occasione molto simile stava per fruttare il pareggio, ma questa volta non c’è stato il tap-in finale. L’arbitro ha chiuso qui l’incontro.

L’amarezza è grande, soprattutto per come si era messa la partita e per come si era mossa la squadra nella prima mezz’ora. Sette minuti di follia come quelli di oggi sono più unici che rari, e purtroppo sono arrivati proprio nel big match.

Il campionato, imprevedibile come quei sette minuti, non finisce qui: mancano 11 partite e nessuno ha un ritmo travolgente. I giochi sono ancora apertissimi.