Pavesi all’ultimo respiro, il Legnano vola

PONTE SAN PIETRO-LEGNANO 0-1 (0-0)

PONTE SAN PIETRO: Pennesi, Mosca, Zambelli, Trajkovic (1’ st Ferreria Pinto), Solcia, Simonetto, Ruggeri, Torelli, Valente (18’ st Capelli), Canalini, Rota (46’ st Merati). All. Mignani.

LEGNANO: Ragone, Montenegro (23’ st Borghi), Foglio (42’ st Ortolani), Ricozzi, Miculi, Ciappellano, Cocuzza, Pennati (39’ st Rinaldi), Gobbi (14’ st Pavesi), Alvitrez (39’ st Tindo), Gasparri. All. Manzo.

RETE: 45’ st Pavesi.

Trionfo all’ultimo respiro. La dea Eupalla ha restituito al Legnano ciò che domenica scorsa gli aveva tolto: il gol dell’Inveruno al 96’ era stato una doccia gelida, una vittoria andata in fumo quando i tre punti erano già in tasca. Oggi, a Ponte San Pietro, la zona Cesarini ci ha regalato una sorpresa dal sapore delizioso. Manuel Pavesi, per dirla col Giuanin Brera, ha “uccellato” il portiere con uno scavetto perfetto, andando poi in porta con la palla. E’ stato il suo “contromovimento”, bel termine gergale usato da lui stesso, a suggerire a Simone Ricozzi il filtrante che ha messo l’inafferrabile Manuel davanti all’incolpevole Pennesi (nella foto dei Fedelissimi Lilla l’abbraccio tra Pavesi e Tindo). La tifoseria lilla, nettamente predominante sugli spalti, ha potuto sfogare, con un urlo a lungo trattenuto, la sua gioia per i tre punti “ripresi”.
Non è stato facile. Un pareggio non avrebbe scandalizzato nessuno, ma il Legnano non ha rubato nulla nonostante una prestazione ancora troppo intermittente e ampiamente rivedibile. Il primo tempo, in particolare, è stato rognoso. Mister Manzo nella formazione iniziale ha operato tre cambiamenti rispetto all’uscita precedente: Ragone in porta al posto di Bizzi, nel turnover tra pari ampiamente preannunciato, Ciappellano al posto di Ortolani e Gobbi al posto di Pavesi. La prima frazione ha visto un Ponte San Pietro un po’ più in palla e più pericoloso, ma è stato sostanzialmente equilibrato e contraddistinto da numerosi errori in appoggio da parte di entrambe le formazioni.
Al 12’ il primo brivido, con un cross dalla sinistra che ha scavalcato tutta la difesa ed è arrivato al capitano Ruggeri: il suo tiro al volo potente è stato parato da Ragone con un intervento d’istinto di piede. Al 28’ Trajkovic, lanciato a rete con una prateria davanti, ha calciato in modo stranamente banale dalla distanza, consentendo a Ragone un facile intervento.
Al 32’ un altro cross dalla sinistra, apparentemente innocuo, è finito dall’altra parte a Rota, che ha calciato malamente.
Al 36’ Ragone ancora alla ribalta: il suo volo felino sulla sinistra ha tolto dall’angolino il tiro pericolosissimo di Canalini.
Da lì il Legnano si è scosso, concludendo bene la prima frazione. Prima, al 42’, un numero pregevole di Montenegro ha fruttato una punizione che Cocuzza ha calciato forte ma centrale. Al 44′ bel cross di capitan Foglio che ha pescato Gasparri a centro area: posizione ottima per tirare, ma l’esecuzione è stata pessima.
La ripresa ha visto entrare in campo un altro Legnano, almeno nella fase iniziale: al 6’ uno schema su corner ha portato Gasparri a concludere praticamente a botta sicura. Sulla deviazione prodigiosa di Pennesi, da posizione angolatissima, Gobbi ha messo dentro, ma l’arbitro ha annullato perché la palla aveva prima varcato la linea di fondo.
Al 12’ è stato l’ottimo Montenegro a servire Alvitrez al limite. Il tiro è stato però deviato da un difensore. L’entrata di Pavesi è stata la chiave: il suo primo pallone è stata subito un’occasione enorme; solo davanti al portiere si è fatto ribattere la conclusione, lanciando un campanello d’allarme per la retroguardia di casa. Ma anziché insistere, i ragazzi sono entrati nuovamente in una fase di stanca. Il Ponte San Pietro per una ventina di minuti ha gestito di più il palleggio, senza tuttavia incidere.
Al 31’ è stato ancora il Legnano a farsi pericoloso con una combinazione Gasparri-Cocuzza-Foglio che ha portato il capitano in posizione buona per la conclusione. Vale, purtroppo, anziché sparare la bomba, benché da posizione angolata, ha eccesso in altruismo mettendo in mezzo, dove non c’era nessuno a raccogliere l’invito.
Il finale è stato di marca lilla, ma solo il cuore dei tifosi avrebbe scommesso sul colpo vincente. Invece i ragazzi ci hanno creduto e la combinazione che ha fatto saltare il banco è arrivata, grazie alla finta e al rapido cambio di direzione di Pavesi, perfettamente intuito da Ricozzi che ha messo Manuel davanti al portiere: il pallonetto è stato perfetto, ma insufficiente a raggiungere la porta. Pavesi ha quindi giocato sul suo terreno ideale, la velocità, catapultandosi facilmente oltre Pennesi e accompagnando la palla in porta.
Manzo, benché raggiante per il risultato e ripagato dalla sorte dopo la delusione con l’inveruno, ha analizzato con la consueta obiettività la prestazione, ancora lontana dal Legnano che lui ha in mente.
E’ vero, ancora troppi alti e bassi all’interno del match, ma il bicchiere è quasi tutto pieno: la difesa è impenetrabile, con un Miculi, migliore in campo, che non sbaglia un intervento, un anticipo, un contrasto, una lettura. Un giocatore dalle potenzialità straordinarie, che sta offrendo prestazioni eccezionali senza scomporsi, con una personalità da veterano. Un giocatore che oggi, più che perfettibile, è sembrato perfetto.
E che dire di Manuel Pavesi? Gli mancava solo l’uno per fare trentuno: sempre velocità, invenzioni, lotta e spazi aperti per gli altri, ma mancava ancora il gol o l’assist risolutivo. Oggi Manuel non ha fatto trentuno, ha fatto trentacinque, con un gol che pesa quanto una stella di neutroni.
Benissimo sono andati i giovani: oltre a Miculi, Montenegro ha dimostrato di essere un terzino coi piedi da attaccante. E Ragone ha salvato la patria con due parate prodigiose.
Sono piccole, grandi certezze che danno tranquillità al mister e alla squadra. Anche se il vero Legnano è ancora di là da venire, lo aspettiamo con ansia e con fiducia totale, godendoci una classifica che comunque comincia a sorridere. Nelle prossime partite si vedranno le nostre vere ambizioni: da qui al 27 ottobre incontreremo tutte le prime, Caratese a parte. E sapremo qualcosa di più.