Rinaldi eroe: il Legnano sale sull’ottovolante

FOLGORE CARATESE-LEGNANO 0-1 (0-0)

FOLGORE CARATESE: Cortinovis, Agnelli, Marconi, Ciko (41’ st Bartulovic), Parenti, Monticone, Kyeremateng (36′ st Kouda), Troiano (30’ st Bonacina), Ferrari, Di Stefano, Silvestro (25’ st Valotti). All. Longo.

LEGNANO: Ragone, Montenegro (15’ st D’Aversa), Miculi, Pennati (17’ st Rinaldi), Nava, Ciappellano, Gasparri (29′ st Pavesi), Alvitrez (17’ st Ricozzi), Cocuzza, Pèrez, Foglio (15′ st Ortolani). All. Manzo.

RETE: 38’ st Rinaldi.

Sogniamo o siamo desti? La domanda se l’è fatta ironicamente il buon Mario Tajè negli spogliatoi, dopo la pesantissima vittoria contro la Folgore Caratese. E’ la domanda che si fanno tutti i tifosi lilla.
Il Legnano è salito sull’ottovolante. Dopo il settimo sigillo e prima di tentare la nona sinfonia, ha espugnato una fortezza dove tutti hanno sofferto e soffriranno. Anche i ragazzi hanno dovuto sudare sette camicie, ma hanno portato a casa un risultato che pochi altri otterranno, forse nessuno. Otto perle per un sogno.
Quanto sia stata dura è testimoniato dalla tensione accumulata da mister Manzo: il tecnico, scusandosi, ha preferito non rilasciare l’abituale intervista di fine partita per smaltire lo sforzo emotivo e ricaricare le pile.
La formazione iniziale ha riproposto il 3-5-2 ormai consolidato: Foglio e Montenegro i quinti a tutta fascia, difesa a tre con Ciappellano centrale, Nava a destra e Miculi a sinistra, Pennati vertice basso di centrocampo, Alvitrez e Pèrez mezzali e davanti la coppia Cocuzza-Gasparri. Nel primo tempo, in particolare nella prima mezz’ora, è stato complicato trovare il bandolo della matassa. I padroni di casa, dinamici e sicuri negli automatismi, hanno tenuto il pallino, avendo sempre alternative facili nel cedere la palla e arrivando troppo spesso primi sulle seconde palle. Non hanno però creato pericoli, se si eccettua un cross di Kyeremateng addomesticato dal magnifico Ragone e una punizione fuori di un soffio di Ciko. Gioco bello quello della Caratese, ma anche dispendioso. Alla distanza il Legnano ha cominciato a prendere le misure e ad approfittare del leggero calo degli avversari.
La ripresa è cominciata con qualche brivido, ma anche con la sensazione che in campo ci fosse un Legnano diverso. Al 6’ Ragone ha dovuto prodursi in un miracoloso colpo di reni per togliere dal sette il bellissimo tiro al volo di Di Stefano. Un paio di parate su tiri abbastanza telefonati dello stesso Di Stefano e di Ciko hanno preceduto i cambi vincenti di Manzo. Una quadrupla sostituzione in due minuti: dentro Ortolani e D’Aversa per Foglio e Montenegro prima, e Rinaldi (nella foto) e Ricozzi due minuti dopo per Pennati e Alvitrez.
Tutti hanno avuto un impatto forte: Ricozzi ha dato più peso e geometrie, D’Aversa e Ortolani hanno preso il comando della fascia destra e Rinaldi, l’eroe di giornata, è stato decisivo con le sue velocissime percussioni. Al 21’ ha sfiorato il gol con un tiro parato in tuffo basso da Cortinovis: sulla ribattuta Ortolani ha cercato la rete trovando il salvataggio di un difensore sulla linea.
La Caratese ha continuato a giocare sfiorando il gol su un contropiede sventato da Miculi e poi con un tiro a giro di Di Stefano al 33’.
Poi l’apoteosi: Rinaldi, imbeccato da Ricozzi, si è proiettato verso l’area e ha appoggiato a D’Aversa. Un rimpallo ha fatto pervenire la palla nella zona dello stesso Rinaldi, libero appena dentro l’area, che non ha esitato a calciare di prima. Il suo rasoterra sembrava essere stato domato dal tuffo di Cortinovis, che cadendo ha però trascinato la palla in rete. Pochi minuti di sofferenza più emotiva che reale e il Legnano ha potuto far esplodere la sua gioia. Non c’è nulla da fare: gli avversari possono giocare bene quanto vogliono, ma se arrivano all’80’ senza aver messo fieno sufficiente in cascina, si entra in zona Legnano e per loro scendono le tenebre. La squadra lilla ha una forza mentale senza pari: la sorte sicuramente è benevola, ma non si vincono otto partite di fila, quasi tutte nel finale, per caso.
Ora siamo a 38 punti, al secondo posto con il vuoto alle spalle. Un obiettivo per volta: il prossimo è raggiungere Beethoven, suonando la nona sinfonia per festeggiare il Natale con l’Inno alla Gioia. Castellanzese permettendo.