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Ecco le mascherine lilla a misura di bambino

Nell’attesa che finisca l’emergenza Covid, l’Ac Legnano pensa a proteggere i bambini. Dopo le mascherine per adulti, sono disponibili adesso anche quelle per i piccoli (nella foto). Il costo è sempre di 8 euro, con l’unica differenza che queste arriveranno su ordinazione. Per averle occorre mandare la propria richiesta alla mail marketing@aclegnano.it. Il ritiro potrà avvenire in sede dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19.

A proposito delle mascherine per adulti, date le forti richieste ne è arrivato un nuovo stock, quindi c’è più ampia disponibilità per i tifosi lilla, che hanno già dimostrato grande interesse per l’iniziativa. Anche in questo caso va mandata una richiesta alla mail di cui sopra.

Riunione di inizio anno per il consiglio lilla

Summit lilla nella sede di via Palermo. Con la ripresa a pieno ritmo del campionato, lunedì sera il consiglio direttivo del Legnano si è riunito per i tradizionali auguri di buon anno, per il resoconto del lavoro svolto, l’analisi della situazione attuale e la programmazione del futuro. Un appuntamento fondamentale, soprattutto considerando una stagione che, comunque vada, sta facendo sognare i tifosi lilla come non avveniva da anni.

Tre gol nel fango, il Legnano sempre più in alto

LEGNANO-VIRTUS BOLZANO 3-1 (2-0)

LEGNANO: Ragone, Ortolani, Foglio, Pennati, Miculi, Ciappellano, Borghi (14’ st D’Aversa), Alvitrez (34’ st Ricozzi), Cocuzza (25’ st Pavesi), Perez (18’ st Tindo), Gasparri (39’ st Gobbi). All. Manzo.

VIRTUS BOLZANO: Weiss, Kicay, De Santis, Kaptina II, Kiemm (32’ st Pinton), Rizzon, Kaptina I (16’ st Barilli), Bounou (36’ st Kuka), Pasha (18’ st Cremonini), Bachedr (20’ st Guerra), Timpone. All. Sebastiani.

RETI: 37’ pt Cocuzza, 45’ pt Cocuzza, 12’ st Gasparri, 38’ st Barilli.

Il Legnano cala il poker. In scioltezza, senza se e senza ma, nonostante il fango. La quarta vittoria consecutiva è arrivata in modo ben diverso rispetto a Brusaporto, dove si era sofferto fino al triplice fischio. Perfino il Mari ridotto a un ring di mud wrestling non ha impedito ai nostri ragazzi di tessere pregevoli trame, ovviamente rese spesso complicate dalla palta e dalle pozze sparse in ogni dove.
Ora, a quota 26, si respira l’aria buona d’alta quota. Una posizione che deve caricare di certezze e non di presunzione, e che deve dare sicurezza e non vertigini.
Il Legnano ha cercato subito di mettere le cose in chiaro, anche se ha dovuto attendere la fase finale del primo tempo per concretizzare la sua superiorità. Al 4’ un cross morbido di Pèrez, che ha gestito magistralmente la palla al limite dei sedici metri, ha imbeccato Foglio sul palo lungo. Il capitano non ci è arrivato per un soffio. Il Bolzano ha cercato di pungere con un tiro molle di Timpone.
Al 14’ Alvitrez ha calciato di prima una palla in uscita dall’area, chiamando Weiss a un volo plastico. Due minuti dopo Borghi ha pescato Gasparri in area, ma la conclusione di testa dell’esterno lilla è finita fuori.
Per poco Timpone non ha gelato il Mari al 33’, sfiorando un traversone dalla destra. Non sarebbe stata una doccia fredda meritata, visto il completo controllo del match da parte del Legnano, che ha subito piazzato un uno-due letale. Bello il vantaggio al 37’: azione veloce sulla destra, cross di Gasparri, geniale velo di Pennati (oggi ottimo come vertice basso di centrocampo) e palla che, con l’aiuto del pantano, si è fermata nella zona di Cocuzza che, spalle alla porta, si è girato insaccando alla destra di Weiss.
Bizzarro il raddoppio: un tiro cross di Cocuzza, sulla cui intenzionalità non giureremmo (se è stato intenzionale allora si deve parlare di gioiello d’astuzia) ha sorpreso Weiss sul suo palo. Una parabola che l’estremo altoatesino non si aspettava e con cui ha litigato in modo goffo fino a fare oltrepassare la linea alla palla.
Il Bolzano, che nel primo tempo ha cercato di opporre il fisico alle folate lilla, nella ripresa è parso sulle gambe, almeno per 35 minuti. Anche perché il Legnano ha calato subito il tris sugli sviluppi di una punizione nata da un fallo su Cocuzza lanciato a rete. Lo stesso Cocuzza si è incaricato di calciare dalla sua piastrella, sfiorando la tripletta personale. La palla, deviata da Weiss, ha colpito la traversa ed è tornata a centro area, dove Gasparri è stato il più lesto ad accompagnarla nella porta sguarnita.
Al 23’ lo stesso Gasparri ha clamorosamente fallito il poker, spedendo fuori solo davanti a Weiss. Manzo ha raccontato il perché: “Ha detto che su un campo asciutto avrebbe dribblato il portiere, ma col pantano rischiava di vedere la palla fermarsi e quindi ha toccato subito in porta. Il piede però non era sulla traiettoria giusta per infilare l’angolo”.
Al 29’ Ragone si è esibito in volo per deviare un tiro a giro ancora di Timpone. Il Bolzano ha trovato il gol della bandiera e il timido coraggio di provarci al 38’, quando Barilli ha appoggiato in rete un cross basso dalla destra che ha tagliato la difesa lilla. E’ stato ancora il Legnano, però, ad avere l’occasione del 4-1, risultato che non avrebbe affatto stonato: Pavesi lanciato lungo si è involato verso Weiss. Il portiere è stato bravo a rimanere in piedi e parare miracolosamente il tocco di Manuel.
La classifica sorride, e va forse al di là delle più rosee aspettative di inizio campionato. La squadra si è finalmente sciolta mentalmente dopo la sconfitta di Villa d’Almè (se si fa eccezione per la ripresa di Brusaporto, ma un calo di tensione ci può stare). “Dalla testa parte tutto e noi siamo cambiati lì”, ha sottolineato Pèrez, parlando della nuova convinzione lilla. Aggiungiamo che proprio il suo inserimento, ormai definitivo, è una delle chiavi di volta: sia direttamente, perché la mediana ha una centrale di controllo che non sbaglia un colpo, sia indirettamente, perché il suo carisma dà sicurezza ai giovani (basta guardare lo splendido Pennati di oggi) e ha innescato un fraseggio continuo all’insegna della qualità, con Alvitrez, che non ha forse paragoni nel girone.
Restiamo coi piedi per terra e pensiamo alla pericolosa Tritium: non sarà facile nascondere le ambizioni di questa squadra, costruita per le posizioni di vertice in cui ora si trova. Se si va avanti con umiltà e sicurezza, però, le soddisfazioni non mancheranno. (Nella foto dei Fedelissmi lilla, Gasparri e Ciappellano in festa sotto la curva).

Il Legnano mette a segno il colpo Cocuzza

Nuovo colpo del Legnano nel reparto offensivo: è Riccardo Cocuzza, classe 1993, giocatore duttile che può agire da trequartista e punta esterna o centrale svariando su tutto il fronte d’attacco. Cresciuto nelle giovanili dell’Inter, passato poi a quelle del Parma, ha militato nel Gubbio (in C1), Sudtirol, Renate, Savona e Alma Juve Fano (sempre in C), quindi due anni e mezzo in D tra Milano City e Legnago. Nel 2017-18 è al Milano City, dove registra un’ottima stagione, con 12 gol in 33 partite. In C si è distinto nel Renate con 7 gol in 28 partite. La sua posizione preferita è da ala destra, ma può giocare indifferentemente a sinistra, dietro le punte e molto bene anche da prima punta, grazie alle sue spiccate doti tecniche, offrendo molte soluzioni a mister Manzo.

“Non ho mai lavorato con il mister – commenta Cocuzza – ma lo conosco per averlo affrontato con il Milano City. Mi adatto benissimo al suo modulo perché posso giocare in tutte le posizioni in attacco. E comunque non ho problemi ad adattarmi anche a moduli diversi dal 4-3-3. Ho scelto Legnano perché mi hanno detto cose bellissime del suo pubblico e che ha una dirigenza seria con cui si lavora nel migliore dei modi”.

Il capitano ha rinnovato: Foglio sempre più lilla

“Oh Capitano, mio Capitano!”. I tifosi lilla possono recitare i leggendari versi di Walt Whitman. Valerio Foglio ha rinnovato oggi: l’anno prossimo lo vedremo ancora con la fascia al braccio, simbolo storico di questo Legnano che guarda in alto, sia in caso di ripescaggio che di nuova stagione in Eccellenza. Forza Vale, forza lilla!

Manzo: “Sono un sarriano, ma non un integralista”

A 13 anni è partito da Salerno per raggiungere Torino, destinazione Juventus. Sei anni di giovanili fino alla Primavera, quindi due anni in prima squadra, con Trapattoni prima e Lippi poi. Nel 1994 la vittoria al torneo di Viareggio, con compagni di squadra del blasone di Alessandro Del Piero. E parallelamente l’avventura nella nazionali giovanili, dall’Under 15 all’Under 18, sotto la guida di Benetti e Vatta. Un gravissimo infortunio al crociato lo ha tenuto lontano dai campi nel momento di massimo slancio, quando le porte del Paradiso sembravano lì per aprirsi. Dopo qualche ottimo anno tra C1 e C2, il secondo infortunio e la parola fine alla carriera da calciatore, a soli 22 anni.

Ma l’amore per il calcio era troppo grande per essere fermato dalla sorte, e Vincenzo Manzo ha subito capito che la panchina sarebbe stata la nuova via. Il nuovo mister del Legnano sa che cosa vogliono dire coraggio e sofferenza, sfortuna e forza di reazione. E la sua carriera da tecnico, dopo una lunga gavetta nelle formazioni giovanili, ha piegato decisamente verso l’alto: sette anni di serie D consecutivi alla guida di Borgosesia e Chieri, con ben 5 play off conquistati. I tifosi lilla ricorderanno, con qualche amarezza, il doppio 4-2 che i piemontesi ci rifilarono nel campionato di D 2016-2017, con il formidabile trio d’attacco Poesio, Pasquero, Messias.

Manzo era al timone, ma ora è il nocchiero della nave lilla: “Ho scelto Legnano per molti motivi – ci racconta – Vivo di sensazioni, di emozioni. Non vi nascondo che aspettavo chiamate da settori giovanili professionistici e da squadre di Lega Pro, e che ho ricevuto chiamate da squadre di D. Ma non si sono creati i presupposti giusti. Proprio perché vivo di passioni e sposo i veri progetti ho scelto il Legnano. Stavo tornando a Salerno quando il ds Mavilla mi ha chiamato: ero oltre Modena, ho girato immediatamente l’auto e ho guidato dritto fino a Legnano. Questa è una piazza storica, chi non la conosce? Quando venni col Chieri mi colpì la folla sugli spalti. E’ una piazza esigente e che ha fame. Sono le cose che mi stimolano. Mi hanno colpito molto sia l’entusiasmo del ds Mavilla che la voglia del presidente Munafò di riportare il Legnano dove merita. Questo mi piace moltissimo. Certo, non avrei voluto fare l’Eccellenza come non la voleva nessuno qui, ma se dovremo farla la faremo con gli obiettivi più ambiziosi, per creare mentalità. La mia carriera non verrà certo sporcata dallo scendere di categoria. Basta guardare il mio curriculum: io mi fermo molto nelle società, sposo i progetti, divento aziendalista, non faccio il mercenario”.

Come costruirà il nuovo Legnano, tatticamente e nella forma mentis? “Abbiamo un ds giovane che ha voglia di fare e di vincere giocando bene a calcio. Cercare la vittoria con il gioco è la mia stella polare. Voglio invogliare la gente di Legnano a tornare in massa allo stadio perché conquistata dal nostro gioco e dai nostri risultati. La vittoria nessuno la può garantire perché concorrono fattori molteplici e complessi, ma questa squadra divertirà e lotterà. E i risultati arriveranno. Tatticamente prediligo il 4-3-3 perché è il modulo che permette più soluzioni offensive. Voglio palla a terra, tagli, scambi rapidi, uno-due, inserimenti, cambi di gioco e attacco all’area con più uomini possibile. Sono un sarriano, ma non sono integralista: se le circostanze lo richiedono, cambieremo modulo. Una cosa è certa: faremo comunque una squadra per la serie D. Parleremo subito della rosa: è reduce da un ottimo campionato e quindi ha elementi validi. Voglio conoscerli tutti da vicino e guardarmi tutto il materiale disponibile per studiare quanto la squadra ha fatto e come giocava. E’ chiaro che, se saremo in D, bisogna capire che è letteralmente un altro sport rispetto all’Eccellenza”.

Sarriano nell’estetica ma “contiano” nel carattere? “Per me sono fondamentali i ruoli. Ne ho il più totale rispetto. Mi fido ciecamente del ds, amo il confronto, ma se devo morire muoio con la mia testa. Se faccio errori devono essere miei, non di altri. La scelta finale per il campo sarà sempre mia”.

L’allenatore del Legnano è Vincenzo Manzo!

Il Legnano ha scelto il nuovo allenatore: è Vincenzo Manzo, 43 anni, salernitano, con trascorsi di altissimo livello da giocatore, in particolare alla Juventus (sei anni nelle giovanili con vittoria nel torneo di Viareggio 1994 in squadra con Alessandro Del Piero).

Da tecnico, Manzo è partito dal vivaio del Bacigalupo Filadelfia, dal ’98 al 2005, quindi al Rivoli Collegno, al Novara e al Como. Nel 2012 il suo debutto con le prime squadre: tre anni al Borgosesia, con due play off di cui uno di girone vinto, e quattro anni al Chieri anche qui con tre play off di cui uno di girone vinto.

“Sono un allenatore che resta molti anni nelle società – spiega Manzo – Questo perché sposo i progetti e divento aziendalista nel senso migliore del termine. Per me il rispetto dei ruoli e il gruppo stanno sopra tutto. Non sono un mercenario, se avessi scelto per l’aspetto economico sarei andato altrove. Invece Legnano, piazza storica, ha fame come me, c’è qualcosa di grande da costruire insieme. E mi ha conquistato la dirigenza, perché vuole vincere attraverso il gioco. Questo è il mio credo: dobbiamo far innamorare la piazza”.

Mavilla: “Così costruirò il nuovo Legnano”

Matteo Mavilla ha cominciato la costruzione del nuovo Legnano. Il nuovo direttore sportivo lilla è in carica ufficialmente da ieri mattina, troppo presto per dare notizie ufficiali di mercato, ma il momento più adatto per spiegare come si muoverà per plasmare una squadra competitiva: “Le mie parole d’ordine sono rispetto ed educazione, per tutti e nei confronti di tutti. Del progetto Legnano mi ha convinto la piazza: ci ho giocato, vengo con un ruolo diverso ed è per me motivo di crescita. Qui si respira calcio, la struttura è la storia permettono di fare le cose per bene. Dovrò dimostrare di valere la fiducia della società, che ringrazio per avermi dato questa opportunità. E non dovrò mai perdere il mio modo di essere. Avendo giocato qui, credo che mi abbiano scelto anche per questi aspetti personali”. L’incertezza della categoria, con la domanda di ripescaggio pendente, come si rifletterà sulla campagna acquisti? “Questo non è un problema, ma una speranza. Cambiano le regole sui giovani, le dinamiche e la scelta di qualche giocatore, ma niente di insormontabile, anzi. Partiremo dal mister, sarà il primo tassello, poi passeremo alle conferme e quindi ai rinforzi. Parlerò a breve con tutti, sia con i ragazzi confermati che con quelli che non resteranno, proprio per la correttezza e il rispetto che dicevo. Per quanto concerne i rinforzi l’aspetto motivazionale, la fame, hanno ancora più importanza degli aspetti tecnici, che ​ovviamente sono essenziali. Grazie alla mia carriera di calciatore conosco bene personalmente moltissimi giocatori di Eccellenza e di D, e questo è una grande vantaggio. Solo avendo consapevolezza dei loro valori umani e delle loro storie si possono fare le scelte giuste. E per questo parlerò a lungo con ogni potenziale acquisto prima di chiudere le trattative”. Tra i ruoli in cui necessitano rinforzi l’intera piazza legnanese preme per il centravanti: “Sì lo so. Questo tema è molto avvertito e tranquilli, la casella non resterà certo vuota. Però dobbiamo valutare il problema in modo più ampio per fare la scelta giusta: come giocherà la squadra, quanti e quale tipo di palloni arriveranno in area, quali movimenti e caratteristiche chiederà il nuovo mister? Conosciuto tutto questo, arriverà il nome giusto. In serie D fior di centravanti farebbero la fila per venire a Legnano”. Sono molti i nomi su cui Mavilla sta lavorando e lavorerà: il nuovo Legnano prenderà forma senza esitazioni. Solo con la firma del nuovo allenatore, attesa a breve, si potranno però definire le direttive e scegliere i nomi giusti tra l’ampio ventaglio sotto la lente del nuovo ds.​